Translate

venerdì 15 febbraio 2013

Leggende del Lago di Como: la Bella Ghita


Ghita, nomignolo derivato dal diminutivo di Margherita,  era una bella e brava ragazza di Moltrasio. Un giorno si recò a Cernobbio  a trovare dei parenti e si trattenne da loro per cena per godere di un’ottima compagnia e scambiare quattro chiacchiere davanti ad un buon piatto di polenta fumante. Il buio era ormai calato sul territorio lariano e la bella Ghita si diresse verso casa, La giovane accompagnata per un pezzo di strada dai parenti, fino alla punta del Pizzo per poi proseguire in solitudine. .  Ad un tratto udì qualcuno  fischiettare e la giovane pensò che fosse il suo fidanzato Tonio che le stava andando  incontro per non farla rincasare da sola. Purtroppo un’amara sorpresa si rivelò alla fanciulla poiché non incontrò l’amato, ma si imbatté in Tita, un poco di buono  che era in giro a quell’ora tarda. Il mascalzone importunò la giovane. La ragazza cercò di sfuggire al losco individuo e si lanciò in uno dei burroni in mezzo alle sterpaglie pregando la Madonna per essere salvata. Il balordo la seguì e caddero entrambi nel dirupo che scendeva verso il lago. Miracolosamente le vesti della bella Ghita si impigliarono nei rami di una pianta che ne impedirono la caduta. Mentre una ben più triste sorte toccò al Tita che precipitò nelle oscure acque del Lago e non riemerse più. La bella Ghita cominciò a gridare e fu portata in salvo dal suo fidanzato. La leggenda vuole che in quel funesto luogo venne vista in seguito una fiamma tremolante che fu definita come l’anima dannata dell’uomo malvagio.

Tra leggenda e realtà  la cornaca affermo’ che nel 1946 una medium avrebbe predetto l’apparizione del fantasma di Ghita e sembra che questo fatto sia veramente avvenuto.. Fu avvistata una leggiadra creatura con un lenzuolo candido e ondeggiante che si mostrò per oltre dieci minuti e sembra che il quodiano che all’epoca pubblico’ la notizia fosse in possesso anche di un reperto fotografico.  

Questa storia fu raccontata   per la prima volta da un barcaiolo soprannominato il “Bellasio” allo scrittore e patriota italiano Pier Antonio Curti che la leggenda nel suo libro Il lago di Como e il Pian d’Erba (1872).

La bellezza del lago di como e del suo territorio e’ fatta anche di questo.. leggende antiche che contribuiscono ad accrescere un alone di mistero a luoghi dalla  bellezza concreta.